domenica 4 gennaio 2009

dislessia

Gli educatori quando intraprendono una relazione educativa devono tenere conto di alcuni problemi che il bambino in determinate fasce di età può avere. uno di questi è la dislessia.
Ne soffrono 4/5 bambini su 100 bisogna tenere presente che non è una malattia ma è una presenza tangibile perché ormai in ogni classe italiana almeno un bambino è dislessico.
Per dislessia si intende l'incapacità di leggere in maniera corretta e fluente.
Dal mio punto di vista una cosa molto importante è che il parlamento ha avviato un dibattito per approvare una legge che riconosca la dislessia e quindi una legge capace di assicurare alle persone dislessiche rispetto e pari opportunità.
Il problema si manifesta in prima elementare quando lo scolaro dimostra di avere difficoltà nella lettura e nella scrittura, si nota poiché commette degli errori caratteristici: confonde le lettere che hanno suoni simili (p/b) o simboli simili (m/n); a volte questo disturbo è collegato all'incapacità di imparare le tabelline, confonde la destra con la sinistra...ma i segni più evidenti sono quelli come la lentezza a fare i compiti e l'impossibilità di lavorare autonomamente.
Questa difficoltà non dipende da un deficit intellettivo o da altri disturbi, solo che il loro cervello lavora diversamente, poichè alcune aree della corteccia cerebrale fanno fatica a mantenere la loro funzione cioè quella di collegare simboli grafici e suoni corrispondenti.
La cosa più sbagliata che si può fare è quella di mal interpretare la difficoltà nell'apprendere, se il genitore accusa il bambino di essere svogliato e se si lamenta dei suoi risultati scolastici il bambino si sentirà frustato poiché incapace di rispondere alle aspettative che si pongono in lui.

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