Ciao a tutti…rieccomi…come vi dicevo l’educatore professionale opera anche nel campo di pediatria…sia come assistente ma anche (e soprattutto) cerca di fare divertire i piccoli pazienti di questo reparto.
Alla scuola superiore ho potuto frequentare un corso di clownterapia, fatto dai volontari del “il piccolo principe”. Con il termine clownterapia si indica l'applicazione di tecniche derivate dal circo e dal teatro di strada in contesti di disagio (sociale o fisico), quali ospedali, case di riposo, case famiglia, orfanotrofi, centri diurni, centri di accoglienza ecc.
Questa è un’iniziativa volontaria che grazie a delle persone molto volenterose è cominciata e sta continuando nel migliore dei modi; purtroppo questa figura non è sempre presente anche perché è vero che i volontari stanno aumentando ma sono sempre pochi rispetto alle “esigenze” dei pazienti.
Il corso che ho frequentato si è svolto in 5 lezioni di 3 ore ciascuno circa. Prima di iniziare ci hanno chiesto brevemente perché volevamo entrare a fare parte di questo progetto, la fase successiva è stata quella di prendere coscienza del proprio corpo e di fidarsi degli altri; attraverso esercizi appropriati abbiamo cercato di fidarci degli altri per “trovare noi stessi”, poi abbiamo cominciato a fare degli esercizi di giocoleria; abbiamo imparato ad utilizzare foulard, clavette, boleas… in più abbiamo mimato varie parti che ci sono servite poi per mettere in scena uno spettacolo. Abbiamo potuto applicare tutto quello che abbiamo imparato in una scuola per l’infanzia a Mestre. Personalmente trovo che questa è un’esperienza che ogni educatore dovrebbe fare, posso dire che in queste poche lezioni ho scoperto che basta veramente poco per far stare bene gli altri e lo si può fare solo se si riesce a trovare un giusto equilibrio in noi stessi.
Ciao a tutti a presto!
3 commenti:
Caspita mi piacerebbe molto fare questa esperienza! Sono d'accordo con te nel dire che basta veramente poco, e questo perchè le piccole cose sono quelle più importanti e significative!!
Quando sei su unletto d'ospedale, avere qualcuno che ti distragga per un attimo dai tuoi pensieri equivalga a una massiccia dose di prozac! :) nel senso che ti tira fuori una grinta in più e una propensione alla guarigione in contrapposizione all'abbattimento e alla routine della degenza!
sono perfettamente d'accordo con te,queste figure permettono al paziente (quindi questo discorso vale anche per gli adulti)di sorridere e per un periodo di tempo dimenticare o comunque cominciare a vedere il proprio deficit da altri punti di vita che ti permettono di constatare l'importanza della vita che non si basa sulla quantità di tempo a disposizione ma sulla qualità.
Anch'io Serena trovo entusiasmante e fondamentale la clownterapia ma come me anche altre tantissime persone. Una domenica mattina, ho visto per la televisione, una trasmissione dove una mamma che aveva perso il suo bambino di 11 anni per la leucemia, ha realizzato in suo ricordo una casa per accogliere i bambini ammalati e i loro familiari. In questa struttura i piccoli ammalati venivano seguiti da dei medici, che operavano anche negli ospedali, attraverso la clownterapia, in modo che i bambini fossero felici e spensierati ma soprattutto che avessero meno paura e angoscia verso la loro malattia!!!
Un bacio Sere...
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