MA UNICAMENTE ASSIEME AGLI ALTRI"
D. Bonhoeffer,resistenza e resa.
Penso che questa frase chiarisca bene l'importanza degli altri nelle relazioni sociali e nella crescita personale.
Al giorno d'oggi non ce mestiere che non abbia a che fare con una complessità di relazioni; a partire dagli insegnanti per finire con chi lavora nelle professioni di aiuto come gli assistenti sociali, i pediatri ma anche avvocati che si trovano a dover gestire delicate situazioni familiari, medici etc... molte di queste figure però non hanno strumenti psicologici adeguati per far fronte a queste situazioni. Tutto questo porta al "disagio sociale" che comprende la difficoltà di relazionarsi e comunicare con gli altri.
Secondo alcuni esperti si assiste così ad una "analfabetizzazione emotiva" che, soprattutto nei giovani, si traduce con un instabile senso di appartenenza alla famiglia e al luogo in cui vive. La nostra società spesso considera i sentimenti e le emozioni come qualcosa di pericoloso che bisogna sopprimere, da questo si arriva a situazioni di disagio poiché non ci si sente capiti, è per questo motivo che bisognerebbe promuovere una "cultura della relazione", per farlo bisogna essere consapevoli che in ognuno di noi ce un senso di umanità (bisogna solo trovare in che modo poterlo applicare per far funzionale una relazione).
Negli ultimi anni sono nati dei corsi di formazione chiamati Counselling che si impegnano a formare medici più consapevoli, infermieri più capaci di offrire sostegno anche emotivo, insegnanti che sanno fare meglio gli educatori. Questo corso garantisce una crescita professionale ma anche personale.
Ritengo che sia un'importante aiuto che la società dovrebbe offrire in un epoca dove ormai a causa di nuove tecnologie sempre più sofisticate le emozioni sono state talmente inibite che quando ci si trova di fronte a una persona in difficoltà non si sa come aiutarla.